Palazzo Bevilacqua

PROGETTO: Restauro Palazzo Bevilacqua
TEAM DI PROGETTO: Studio Franchini&Associati, Studio Feiffer Associati, RWS Srl
COMMITTENTE: Provincia di Verona
CRONOLOGIA: 2003 progetto; 2005 realizzazione
LOCALIZZAZIONE: Via Cavour (Verona)

DESCRIZIONE
La possibilità di restaurare la facciata del celebre “Palazzo Bevilacqua”, uno dei capolavori di Michele Sanmicheli, che si erge lungo Corso Cavour tra Porta Borsari e Castelvecchio è stata per lo studio un’occasione di confrontarsi con la storia. La facciata, infatti, struttura anomala nella casistica dei palazzi cinquecenteschi, fu costruita per presentare una facciata urbana verso il corso, sostituendo un muro, ornato con portale, che aveva la funzione di separare la strada dal cortile. Così Sanmicheli e i conti Bevilacqua realizzano una facciata verso la città ben più monumentale e solida di certi palazzi veronesi della seconda metà del Quattrocento.
La facciata, pensata in origine senza le attuali chiusure lignee, doveva aprirsi al piano nobile come una grande loggia; nella porzione edificata, inoltre, la balconata continua attesta che dietro le arcate doveva svilupparsi un unico vano-galleria a collegamento di due stanze angolari, reso possibile dall’impianto preesistente. La loggia-galleria, peraltro, si accordava con lo status politico-sociale della famiglia. Questo vano allungato, il primo ambiente che si incontra salite le scale provenienti dal cortile; era l’anticamera del palazzo, spazio essenziale per dei capifazione quali erano i due fratelli Bevilacqua.
La facciata si presenta, dunque, incompiuta rispetto al grandioso progetto sanmicheliano. Il pianterreno, rivestito dall’apparato marziale del bugnato intervallato da pilastri che incorniciano grandi finestroni rettangolari, è organizzato in modo che la campata di entrata e le due altre di uguale formato si alternino con quattro campate ad arco più strette, mentre il piano nobile, molto più decorato, è organizzato come una sequenza corrispondente di arcate più larghe e più strette. I davanzali sono frontalmente decorati con una “greca” e sorretti da grifoni reggenti l’arma familiare e le chiavi delle campate al piano terreno sono scolpite con sette busti di imperatores romani, come riferimento alla nobiltà, e all’illustre origine della famiglia. Questa iconografia viene enfatizzata dal busto di Giulio Cesare posto sopra l’ingresso, con probabile riferimento al figlio maggiore di Gregorio Bevilacqua, Giulio.
Se il piano terra allude dunque alla virtù militare della casa e alla sua mitica origine feudal-imperiale, al piano superiore si svolge la glorificazione dinastica. Il nome familiare Bevilacqua è suggerito dalle divinità fluviali che portano acqua e decorano i pennacchi dell’arco al piano primo sopra l’ingresso, mentre l’emblema familiare (l’ala d’aquila) è innalzato sul fregio nel sottogronda fra tritoni e girali d’acanto, figurazioni associate ab antiquo al significato di eterno trionfo. Le teste di leone usate per ornare le chiavi di volta degli archi superiori avrebbero proclamato la fedeltà della famiglia al governo veneziano.
Una lunga balconata transitabile corre per tutta la lunghezza della facciata al piano nobile, scandito da tre grandi finestroni alternati da quattro minori aperture, cioè in tutto sette finestre divise da semicolonne tortili o scannellate dai capitelli corinzi. Il rapporto tra piano superiore e piano inferiore visualizza, dunque, il tema umanistico della gloria come premio della virtus.

LA CONOSCENZA ARCHITETTONICA
Il “progetto di rilievo” svolto per Palazzo Bevilacqua ha avuto pertanto lo scopo di mettere a punto modi e strumenti, di stabilire uno schema di indagine di tipo analitico, costituito da livelli di approfondimento successivi, che da generali divengono via via più particolari, partendo dal rilievo topografico e fotogrammetrico per giungere a quello longimetrico, di dettaglio e alla conclusiva restituzione.

IL RILIEVO DIRETTO
Una volta elaborati i fotopiani di ogni prospetto, per completare il rilevamento delle superfici si è fatto ricorso a metodologie di tipo longimetrico attraverso misure lineari.
Le misure lineari si sono appoggiate ai punti topografici battuti sui prospetti dell’edificio. Il rilievo diretto ha integrato quello fotogrammetrico e topografico intensificando la rete delle misurazioni là dove più incerti erano i dati geometrici ricavabili dai fotopiani (gli aggetti), ed ha costituito un importante momento di verifica che ha confermato l’esattezza e la scientificità del rilievo fotogrammetrico.

LA CONOSCENEZA MATERICA E DELLO STATO DI CONSERVAZIONE
I materiali e le relative lavorazioni utilizzati nella facciata principale di Palazzo Bevilacqua, consoni ad un palazzo di tale tipologia, comprendono quasi esclusivamente rivestimenti lapidei finemente lavorati.
La struttura in mattoni pieni è infatti rivestita per tutta l’altezza da un paramento lapideo in Tufo di Quinzano o Pietra di Avesa, ad eccezione dello zoccolo basamentale costituito da blocchi in Pietra di Prun. Anche la balconata al piano primo, così come tutte le partizioni decorative, dai grifoni e busti al piano terra ai bassorilievi del piano primo, sono costituiti da blocchi in Tufo di Quinzano o Pietra di Avesa. Al piano terra tale rivestimento si presenta lavorato a bugne in rilievo a conformare lesene e diversi piani di fondo. Al piano primo le lastre lapidee definiscono un piano su cui si impostano le lesene, i timpani degli archi e i bassorilievi.
Le superfici del palazzo presentavano degradazioni differenziate dovute sia a fattori ambientali termo-igrometrici, sia a fattori chimici. Generale è infatti la disgregazione superficiale della finitura, associata a fenomeni di dilavamento, patine carboniose, crettature e presenza di biodeterioramento.
Nella mappatura dello stato di conservazione il degrado che interessa le superfici è stato diversificato in relazione alla tipologia del materiale caratterizzandolo con un colore specifico e alla tipologia di degrado adottando diversi tipi di retini.

IL PROGETTO DI CONSERVAZIONE DELLE SUPERFICI ESTERNE
L’indicazione degli interventi progettuali sulle superfici esterne è stata quindi rappresentata su grafico ricercando una visualizzazione unitaria con le caratteristiche materiche del manufatto. Si è scelto di separare gli argomenti (da un lato l’analisi dei materiali e del loro stato di conservazione e dall’altro l’indicazione progettuale) pur concentrandone la sintesi grafica all’interno di un’unica tavola per consentire una lettura completa dei problemi e relative soluzioni proposte.
La rappresentazione del progetto sintetizza in un unico elaborato i materiali della fabbrica (colori) a cui sono associate le diverse forme di degrado (retini) e i corrispettivi interventi tecnici di conservazione (sigle). Ogni intervento è definito da una sigla (L1, F1, …) che, oltre a caratterizzare le categorie dei materiali sintetizza le varie operazioni, suddivise nelle seguenti categorie: pulitura (Pu), consolidamento (Co), aggiunta (Ag), protezione (Pr).
La sequenza delle categorie di intervento segue un ordine temporale, così da individuare in modo unilaterale non solo la localizzazione ma anche la precisa esecuzione delle operazioni.
 analisi storica
 analisi storica
 analisi storica
 analisi storica
 analisi storica
 stato del degrado
 stato del degrado
 stato del degrado
 stato del degrado
 stato del degrado
 mappa del degrado
 rilievo fotografico
 logo del progetto
 opere di pulitura, consolidamento e recupero
 opere di pulitura, consolidamento e recupero
 opere di pulitura, consolidamento e recupero
 opere di pulitura, consolidamento e recupero
 opere di pulitura, consolidamento e recupero
 opere di pulitura, consolidamento e recupero
 opere di pulitura, consolidamento e recupero
 opere di pulitura, consolidamento e recupero
 opere di pulitura, consolidamento e recupero
 opere di pulitura, consolidamento e recupero
 opere di pulitura, consolidamento e recupero
 opere di pulitura, consolidamento e recupero
 opere di pulitura, consolidamento e recupero
 opere di pulitura, consolidamento e recupero
 opere di pulitura, consolidamento e recupero
 opere di pulitura, consolidamento e recupero
 opere di pulitura, consolidamento e recupero
 opere di pulitura, consolidamento e recupero
 opere di pulitura, consolidamento e recupero
 opere di pulitura, consolidamento e recupero
 opere di pulitura, consolidamento e recupero
 opere di pulitura, consolidamento e recupero
 opere di pulitura, consolidamento e recupero
 opere di pulitura, consolidamento e recupero
 opere di pulitura, consolidamento e recupero
 risultato finale a termine dell'intervento
 risultato finale a termine dell'intervento